Studio ATLAS ACS 2-TIMI 51: efficacia di Rivaroxaban nei pazienti con infarto miocardico con sopraslivellamento ST


I pazienti con infarto STEMI ( infarto miocardico con sopraslivellamento ST ) rimangono a rischio di eventi cardiovascolari, nonostante le terapie mediche e le strategie interventistiche.

Nello studio ATLAS ACS 2-TIMI 51, Rivaroxaban ( Xarelto ), un inibitore del fattore Xa, ha ridotto gli eventi cardiovascolari nei pazienti affetti da sindrome coronarica acuta.

Sono stati presentati i dati riguardanti il sottogruppo pre-specificato di pazienti colpiti da infarto STEMI.

L’ATLAS ACS 2-TIMI 51 è uno studio randomizzato, controllato con placebo, che ha coinvolto 15.526 pazienti di 44 Paesi.

L’analisi ha riguardato 7.817 pazienti con infarto STEMI, assegnati in modo casuale a ricevere Rivaroxaban al dosaggio di 2.5 mg BID ( due volte al giorno ) o di 5 mg BID, oppure placebo.

Rivaroxaban è risultato associato a una riduzione dell’endpoint primario composito ( mortalità cardiovascolare, infarto del miocardio o ictus ), rispetto al placebo ( 8.4% vs 10.6%, HR=0.81; P=0.019 ).

Rivaroxaban al dosaggio di 2.5 mg BID ( 8.7% vs 10.6%, P=0.047 ) e di 5 mg BID ( 8.2% vs 10.6%, P=0.051 ), rispetto a placebo, ha prodotto marcate riduzioni nell’endpoint primario di efficacia.

Rivaroxaban 2.5 mg, 2 volte al giorno, ha ridotto anche la mortalità cardiovascolare ( 2.5% vs 4.2%, P=0.006 ) e la mortalità per tutte le cause ( 3.0% vs 4.7%, P=0.008 ); questo beneficio non è stato riscontrato con il dosaggio da 5 mg, 2 volte al girono.

E’ stato osservato un aumento dei sanguinamenti maggiori TIMI non-correlati a intervento di bypass ( 2.2% vs 0.6%, P inferiore a 0.001 ) e delle emorragie intracraniche ( 0.6% vs 0.1%, P=0.015 ), ma senza un significativo incremento dei sanguinamenti ad esito fatale ( 0.2% vs 0.1%, P=0.51 ).

Rivaroxaban 2.5 mg BID ha causato meno sanguinamenti fatali rispetto al dosaggio di 5 mg BID ( 1 evento vs 8 eventi, P=0.018 ).

Dallo studio è emerso che, nei pazienti con recente infarto STEMI, Rivaroxaban riduce il rischio dell’endpoint composito di mortalità cardiovascolare, infarto miocardico, o ictus; il dosaggio di 2.5 mg, 2 volte die, ha dimostrato un beneficio sulla mortalità.
Rivaroxaban, rispetto al placebo, è associato a un aumento del rischio di sanguinamento maggiore ed emorragia intracranica, ma a nessun aumento nei sanguinamenti ad esito fatale.

Il trattamento con Rivaroxaban a dosaggi molto bassi ( 2.5 mg BID ) rappresenta un’efficace strategia per ridurre gli eventi trombotici nei pazienti con infarto miocardico con sopraslivellamento ST. ( Xagena2012 )

Fonte: European Society of Cardiology ( ESC ) Meeting, 2012



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